Yang
Lian è uno dei maggiori poeti cinesi contemporanei, candidato
al Nobel nel 2002. È nato nel 1955 a Berna, in Svizzera (i
suoi genitori erano funzionari d’ambasciata in quel Paese), e
lo stesso anno è ritornato con la famiglia a Pechino. Dopo un
lungo periodo di lavoro in campagna, come succedeva alla maggior
parte dei giovani cinesi dell’epoca, ha iniziato a scrivere
versi nel 1976, e quello stesso anno ha iniziato a lavorare in una
casa editrice di Pechino. A partire dal 1979, i suoi testi iniziano a
uscire sulla rivista indipendente «Jintian» [Oggi],
portavoce di un gruppo di autori (Bei Dao, Mang Ke, Gu Cheng, etc.)
definiti dalle autorità cinesi “menglong”, cioè
oscuri, vaghi, imprecisi, perché la loro poesia non obbediva
più alle leggi del socialismo reale e del romanticismo
rivoluzionario imposte dai funzionari del Partito comunista. In
questi anni, Yang Lian scrive i poemi Taiyang meitian dou shi xin de
[Il sole è nuovo ogni giorno, 1981]; Zi bai. Gei Yuanmingyuan
feixu [Confessione. Alle rovine dello Yuanmingyuan, 1981]; Norlang
(dal nome di una divinità tibetana, 1983; criticato dalle
autorità culturali del governo, che ostacolarono la
pubblicazione delle sue opere in Cina per più di un
decennio);Xizang [Tibet, 1984] e Yi (dal 1985; il titolo è la
trascrizione di un pittogramma inventato dallo stesso Yang Lian),
oltre a vari volumi di prose poetiche, tra cui Haibian de haizi [Il
bambino in riva al mare, 1982] e Shizhe [Colui che passa, 1985]. Nel
1986 fonda il gruppo poetico Xincunzhe[I sopravissuti], che pubblica
l’omonima rivista. Nel 1989, mentre si trova ad Auckland, in
Nuova Zelanda, condanna pubblicamente gli avvenimenti di Piazza
Tien’anmen e per questo è costretto a un lungo esilio in
varie città: Berlino (dove riceve una fellowship come artista
residente da parte della DAAD), New York (presso la Fondazione
Yaddo), Sydney (dove insegna Lingua e Letteratura cinese
all’Università) e, dal 1994, Londra, dove tuttora
risiede. Oltre alle opere già citate, ha pubblicato diversi
altri libri di prosa e di poesia, tra cui ricordiamo Mianju yu eyu
[Maschere e coccodrilli, 1989]; Wurencheng [Impersonale, 1991]; Dahai
tingzhi zhichu [Dove si ferma il mare, 1992]; Tongxinyuan [Cerchi
concentrici, 1997]; Naxie yi [Tutti quegli uno, 1999]; Lihegu de shi
[Poesie di Lea Valley, 2001]. Le sue opere sono state tradotte in 25
lingue. In Italia, i suoi versi sono stati pubblicati da Einaudi
nell’antologia Nuovi poeti cinesi(Torino 1996; a cura di C.
Pozzana e A. Russo) e nel 2004 è uscita la raccolta Dove si
ferma il mare (Scheiwiller - Playon, Milano; a cura di C. Pozzana).
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